Torino by night inguaia il candidato sindaco della Lega e capogruppo della omonima lista Morano

La Procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio per Alberto Morano, notaio e consigliere comunale, coinvolto in un'inchiesta su presunte irregolarità e abusi edilizi della discoteca Cacao
La Procura di Torino ha chiesto il
rinvio a giudizio per Alberto Morano, notaio e consigliere
comunale, coinvolto in un'inchiesta su presunte irregolarità e
abusi edilizi della discoteca Cacao.
L'inchiesta, coordinata dal pm Gianfranco Colace, aveva preso il via da un esposto di Morano su presunti abusi edilizi ed irregolarità nelle autorizzazioni per l'apertura della discoteca, di proprietà del Comune. Un atto che secondo gli investigatori non sarebbe stato privo di interessi.
Con Morano, candidato sindaco della Lega e capogruppo della lista Morano, rischiano il processo anche l'ex consigliere comunale di centrodestra Angelo D'Amico, gli imprenditori Ferdinando Montalbano e Antonio Biondino e il gestore della discoteca Patio, Davide Lunardi. Tentata concussione, corruzione e truffa i reati ipotizzati. Per i pm, Morano, tramite D'Amico, Montalbano e Biondino, avrebbe chiesto 200mila euro ai gestori del Cacao per ritirare l'esposto ed evitare una denuncia che avrebbe portato a chiudere il locale.
L'inchiesta, coordinata dal pm Gianfranco Colace, aveva preso il via da un esposto di Morano su presunti abusi edilizi ed irregolarità nelle autorizzazioni per l'apertura della discoteca, di proprietà del Comune. Un atto che secondo gli investigatori non sarebbe stato privo di interessi.
Con Morano, candidato sindaco della Lega e capogruppo della lista Morano, rischiano il processo anche l'ex consigliere comunale di centrodestra Angelo D'Amico, gli imprenditori Ferdinando Montalbano e Antonio Biondino e il gestore della discoteca Patio, Davide Lunardi. Tentata concussione, corruzione e truffa i reati ipotizzati. Per i pm, Morano, tramite D'Amico, Montalbano e Biondino, avrebbe chiesto 200mila euro ai gestori del Cacao per ritirare l'esposto ed evitare una denuncia che avrebbe portato a chiudere il locale.