Valerio Berruti a Palazzo Reale con More Than Kids: l’infanzia come simbolo universale
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- 04 agosto 2025
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Un viaggio visivo e interiore tra le opere di Valerio Berruti, dove l’infanzia diventa simbolo di emozioni profonde. La mostra "More than kids" a Palazzo Reale ci conduce in un tempo sospeso, fatto di memoria, dolcezza e silenzi. Un percorso che parla a tutti, perché tutti siamo stati bambini.
Valerio Berruti ha costruito negli anni un linguaggio visivo inconfondibile, dedicando la sua ricerca quasi interamente al tema dell’infanzia. I suoi non sono ritratti realistici, ma rappresentazioni primordiali e universali: i bambini diventano il tramite per parlare di emozioni profonde come la solitudine, la memoria, l’attesa, il legame con l’altro, la fragilità e la forza. Attraverso queste figure semplici, l’artista esplora il senso più intimo dell’esistenza.

La mostra
All’interno di Palazzo Reale, l’allestimento della mostra accompagna il visitatore in un percorso intenso. Il titolo stesso, More than kids, suggerisce che quei bambini non sono soltanto bambini. Sono simboli, ricordi, domande. Le opere – spesso di grandi dimensioni – non cercano di impressionare con la forza, ma con la dolcezza. Abitano lo spazio con leggerezza, ma anche con una presenza solenne che colpisce. Le grandi tele convivono con sculture che trasformano i disegni bidimensionali in corpi solidi, carichi di materia e significato. L’uso di materiali pesanti come il cemento o l’acciaio crea un contrasto suggestivo con la delicatezza delle figure rappresentate.

In un’altra sezione, le video animazioni aggiungono il movimento al tempo sospeso delle altre opere. Realizzate in stop-motion, animano lentamente quei gesti minimi che Berruti tanto ama: uno sguardo, un abbraccio, una carezza. Le musiche evocative – come quelle composte da Ludovico Einaudi – accompagnano queste immagini con un ritmo dolce e malinconico, rafforzando l’atmosfera onirica dell’intera esperienza.
La tecnica più nota di Berruti è quella dell’affresco su iuta, una scelta che fonde un’antica tradizione pittorica con un materiale umile, quasi grezzo. Il risultato è un’opera che sembra fuori dal tempo: moderna nella sensibilità, ma con radici che affondano nel passato. Il suo stile, fatto di linee essenziali e colori ridotti al minimo – spesso solo bianco e nero – dà vita a immagini delicate, quasi eteree. Ma Berruti non si limita a un solo linguaggio. La sua produzione è ricca di materiali e tecniche diverse: sculture in acciaio, cemento, ceramica; disegni su carta o su lamiere; animazioni video realizzate con migliaia di disegni. Ogni mezzo è scelto con attenzione per il modo in cui può dare corpo al suo immaginario.
La tecnica più nota di Berruti è quella dell’affresco su iuta, una scelta che fonde un’antica tradizione pittorica con un materiale umile, quasi grezzo. Il risultato è un’opera che sembra fuori dal tempo: moderna nella sensibilità, ma con radici che affondano nel passato. Il suo stile, fatto di linee essenziali e colori ridotti al minimo – spesso solo bianco e nero – dà vita a immagini delicate, quasi eteree. Ma Berruti non si limita a un solo linguaggio. La sua produzione è ricca di materiali e tecniche diverse: sculture in acciaio, cemento, ceramica; disegni su carta o su lamiere; animazioni video realizzate con migliaia di disegni. Ogni mezzo è scelto con attenzione per il modo in cui può dare corpo al suo immaginario.

Il filo conduttore della mostra è il tempo. L’infanzia diventa il luogo dove si incontrano passato, presente e futuro. È simbolo di possibilità, ma anche di perdita. È il tempo in cui si forma la memoria, che poi ci accompagna per tutta la vita. Rendendo monumentali queste figure di fanciulli, Berruti le trasforma in vere e proprie icone, quasi sacre nella loro semplicità. Non parlano di un’infanzia precisa, ma di un’età universale, che tutti abbiamo attraversato e che in qualche modo continuiamo a portare dentro.
Anche la scelta cromatica nelle opere di Berruti gioca un ruolo fondamentale. I colori ci sono, ma sono delicati, essenziali, quasi sussurrati. Toni tenui, spesso pastello o desaturati, che non cercano di colpire l’occhio con forza ma piuttosto di accompagnare lo sguardo in un’atmosfera intima, sospesa. Questa palette morbida contribuisce ad astrarre le figure dalla realtà quotidiana, proiettandole in una dimensione emotiva vicina a quella del ricordo. Come immagini appena emerse dalla memoria, queste figure evocano sensazioni più che raccontare storie precise, permettendo a ciascuno di riconoscersi e di proiettare su di esse il proprio vissuto interiore.
Per questo, uscendo dalle sale di Palazzo Reale, non resta solo il ricordo di ciò che si è osservato, ma la sensazione di aver incontrato una parte autentica e silenziosa di sé stessi.
Anche la scelta cromatica nelle opere di Berruti gioca un ruolo fondamentale. I colori ci sono, ma sono delicati, essenziali, quasi sussurrati. Toni tenui, spesso pastello o desaturati, che non cercano di colpire l’occhio con forza ma piuttosto di accompagnare lo sguardo in un’atmosfera intima, sospesa. Questa palette morbida contribuisce ad astrarre le figure dalla realtà quotidiana, proiettandole in una dimensione emotiva vicina a quella del ricordo. Come immagini appena emerse dalla memoria, queste figure evocano sensazioni più che raccontare storie precise, permettendo a ciascuno di riconoscersi e di proiettare su di esse il proprio vissuto interiore.
Per questo, uscendo dalle sale di Palazzo Reale, non resta solo il ricordo di ciò che si è osservato, ma la sensazione di aver incontrato una parte autentica e silenziosa di sé stessi.
Stefano Brigati - Redattore









