Area B, un anno in più per le moto: Sala rinvia il blocco, l’opposizione esulta

Il sindaco di Milano annuncia il rinvio delle limitazioni per i motoveicoli più inquinanti. Fratelli d’Italia e Lega rivendicano la vittoria politica, ma Palazzo Marino assicura: «La direzione non cambia, serviva solo più tempo»

Un rinvio per permettere l’adattamento, ma non un dietrofront. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha spiegato la decisione di posticipare di un anno – dal 1° ottobre 2025 al 1° ottobre 2026 – l’entrata in vigore delle limitazioni alla circolazione dei motoveicoli più inquinanti in Area B. La scelta, secondo quanto comunicato ufficialmente da Palazzo Marino, nasce dalla volontà di accompagnare con più gradualità la transizione ambientale, ampliando l’utilizzo del sistema Move-In anche per moto e ciclomotori.

«Crediamo molto in questo modello – ha dichiarato Sala –. Ha già funzionato per le auto, con dati che mostrano come i chilometri concessi non siano stati nemmeno usati per intero. Ma, ascoltando i cittadini, ci siamo resi conto che serviva più tempo per le moto. Non cambiamo strada, solo il ritmo».

L’opposizione: «È una nostra vittoria politica»

La reazione delle opposizioni, però, è stata di ben altro tenore. Fratelli d’Italia, che da mesi si è schierata contro le restrizioni, ha esultato parlando apertamente di «retromarcia» da parte dell’amministrazione. «È una vittoria del buonsenso – hanno dichiarato Simone Orlandi e Deborah Dell’Acqua – e della nostra battaglia accanto ai cittadini. La mobilità si costruisce ascoltando le persone, non imponendola per ideologia».

Dello stesso avviso anche Carlo Maccari, deputato e coordinatore regionale FdI: «La decisione è frutto dell’iniziativa referendaria portata avanti dal nostro gruppo consiliare a Palazzo Marino. È la dimostrazione che le voci dei cittadini possono incidere sulle scelte amministrative».

Riccardo Truppo, capogruppo FdI in Consiglio comunale, ha rivendicato il ruolo attivo del comitato referendario: «Abbiamo composto e depositato il quesito, la pressione ha dato i suoi frutti. Ma non ci fermiamo: il nostro lavoro riprenderà a settembre con ancora più determinazione».

Anche la Lega canta vittoria: «Basta politiche punitive»

Sul fronte leghista, Silvia Scurati – vicepresidente della Commissione Attività produttive in Regione Lombardia – ha parlato di «battaglia vinta contro il falso ambientalismo». Ha ricordato la mozione promossa in Regione per la sospensione dei divieti, sottolineando come «le moto riducono traffico, consumano meno e occupano meno spazio». Anche Alessandro Corbetta, capogruppo in Consiglio regionale, ha definito la decisione un risultato di squadra tra Ministero e Regione.

Floriano Massardi, consigliere regionale, ha esteso il discorso anche al rinvio dei blocchi per i veicoli diesel Euro 5, sempre previsto per il 1° ottobre 2026: «È follia mettere in ginocchio oltre 400.000 veicoli in nome di un finto ambientalismo. Bene ha fatto la Regione a seguire l’emendamento voluto da Salvini e a evitare un disastro economico».

Il contesto: diesel Euro 5 rinviati in tutta la Lombardia

Il rinvio dei divieti per i motoveicoli si inserisce in un quadro più ampio, che vede anche Regione Lombardia rivedere le proprie tempistiche per le auto diesel Euro 5. La delibera della Giunta Fontana, sostenuta anche dal gruppo Lombardia Ideale, ha fatto slittare di un anno le restrizioni, alzando anche la soglia demografica dei Comuni coinvolti: non più 30.000, ma 100.000 abitanti. Un cambiamento che salva città come Varese e Pavia, e che, secondo Giacomo Cosentino e Alessandro Cantoni, rappresenta un esempio di «transizione ambientale equilibrata».

Sala non arretra: «Il Move-In resta il modello da seguire»

Nonostante l’ondata di critiche e la rivendicazione del risultato da parte dell’opposizione, il sindaco Sala difende la coerenza dell’amministrazione. «Non c’è alcuna inversione a U – ha ribadito –. Il nostro obiettivo resta la tutela dell’ambiente, ma vogliamo che nessuno resti indietro. Per questo diamo un anno in più ai motociclisti per mettersi in regola con Move-In».

Il dibattito resta aperto, ma una cosa è certa: nei prossimi mesi la questione mobilità e divieti ambientali sarà ancora al centro dello scontro politico in città e in Regione.